In Senza categoria

Questo articolo articolo è stato scritto da Nicolò Ferrarese, volontario del progetto di Servizio Civile Regionale “Spazi Rigenerativi” a Xena, dopo la giornata di formazione presso la scuola di don Lorenzo Milani a Barbiana.

 

6 – 6.15 – 6.30 – 6.45 – 7 – 7.05 – 7.06 – 7.07

Sono le sveglie di cui mi sono premunito per non perdermi la giornata di formazione con il Servizio civile alla scuola Barbiana.

Mi alzo inspiegabilmente già alla sveglia delle 6.45, ho addirittura il tempo di prepararmi il pranzo al sacco e di partire con calma. La partenza è programmata per le 7.30, ed il luogo è poco distante da casa infatti alle 7.20 sono già li.

Partiamo, quasi, in perfetto orario.

Dopo aver attraversato gli Appennini, in compagnia di paesaggi stupendi e viste mozzafiato, arriviamo a Barbiana e iniziamo il nostro cammino (tutto in salita) verso la parrocchia.

Pochi metri dopo inizia il “vero” cammino, ossia il “Sentiero della Costituzione” che porterà fino alla scuola. Sul sentiero si potranno trovare 45 pannelli contenenti un articolo della Costituzione Italiana illustrato con i disegni dei ragazzi di alcune scuole Italiane che hanno collaborato con la Fondazione don Lorenzo Milani. Nell’insegnamento di don Milani la Costituzione era sempre presente, secondo lui era la base per costruire una società diversa, più giusta e solidale, con eguali diritti, opportunità e dignità per tutti.

Dopo un’ora di cammino o poco più, arriviamo a destinazione.

Da qui, ovunque si rivolga lo sguardo si può ammirare un panorama strabiliante, quasi emozionante nel mezzo di natura, pace e tranquillità.

Il caos della città, l’inquinamento urbano e il segnale del telefono sono cosa molto lontana.

Appena giunti a destinazione troviamo Palmiro che ci dà il benvenuto e ci indica alcuni punti in cui poter consumare il nostro pranzo al sacco e poterci riprendere dalla salita.

Una volta terminata la pausa iniziamo la visita. La prima cosa che Palmiro decide di mostrarci è la piscina, costruita dai ragazzi della scuola con l’aiuto di qualche genitore. Fu fortemente voluta da don Milani per insegnare ai ragazzi a nuotare, e per rompere la paura che hanno i montanari della forza dell’acqua.

In seguito, anche per proteggerci dal caldo torrido, ci fa entrare nella piccola chiesa dove troviamo solo lo stretto necessario. Qualche panca per i fedeli, l’altare, un leggio e un confessionale. Nulla di troppo sfarzoso, a differenze di moltissime altre chiese di città.

Addirittura le vetrate e il rosone sono state fatte dai ragazzi stessi, dopo aver appreso l’arte del mosaico in vetro durante un viaggio in Germania.

Poi ci accompagna nell’aula della scuola dove si respira un’aria differente, quasi austera, di profondo rispetto, e di autenticità.  Troviamo cartine geografiche fatte a mano, lo studio del parlamento italiano, la piramide della selezione scolastica, la formazione delle Repubbliche in Europa, la conquista universale del voto, l’astrolabio costruito dai ragazzi, “I CARE”, “Mi importa” appeso al muro l’esatto opposto del motto fascista “me ne frego”, tra le altre cose tornato particolarmente in auge di questi tempi.

Altra tappa è l’officina e la fucina della scuola. Qui i ragazzi costruivano tutti gli oggetti che servivano per la scuola e la casa. Palmiro ci racconta che pian piano l’officina diventò punto di riferimento per Barbiana. Quando un attrezzo per lavorare la terra o i carri si rompevano, i contadini andavano dai ragazzi per aggiustarli.

Ultima tappa della visita, il piccolo cimitero del paese dove si trova la tomba di don Lorenzo Milani. Qui scopriamo che Palmiro non è stato uno degli alunni della scuola, nonostante si potesse leggere nei suoi occhi e nella voce una perenne emozione nel parlare. E’ venuto a Barbiana per motivi personali, ed innamoratosi del luogo decide di rimanere, entra a far parte della fondazione, e diventa grande amico di uno degli alunni della scuola e co-fondatore della fondazione.

Assurdo pensare all’influenza di don Milani su Palmiro, anche se non lo ha mai incontrato, lo ha vissuto di riflesso dai suoi studenti diventati ormai anziani, ma pur sempre alunni di Barbiana.

Prima di iniziare la discesa veniamo divisi in 3 gruppi e ci viene chiesto di rispondere a 3 diverse domande, al nostro gruppo viene chiesto nello specifico “A chi insegnerebbe don Milani oggi?”.

Una corretta educazione al rispetto del prossimo e di sé stessi, all’avere curiosità e non paura, avere voglia di sperimentare e non timore di sbagliare, ragionare con la propria testa e non seguire alla cieca il pensiero altrui, questo è ciò che insegnerebbe don Milani.

Quindi dopo alcune riflessioni siamo arrivati alla conclusione che oggi sarebbe più interessato a trasmettere il suo metodo, di inclusione e accettazione di tutti, con unico requisito la voglia e la volontà di migliorarsi e migliorare il contesto che sta attorno. Nella pratica, insegnerebbe un metodo a coloro che per lavoro e professione già insegnano, in maniera conforme alle caratteristiche e sfaccettature della società di oggi, con l’obiettivo di riprodurre ciò che ha fatto con la sua classe su scala più grande.

La rivoluzione parte dai giovani, ed è per questo che bisogna rivoluzionare il metodo educativo, cambiando la scuola ed i suoi interpreti.

“Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene fare scudo nè davanti agli uomini nè davanti a Dio”

Don Milani

PH by Envidia Limonus

Inizia a digitare e premi Enter per effettuare una ricerca